Only theatre of pain tribute by Erbadellastrega.it
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Ci sono album che prescindono i generi ed i gusti. Ci sono album i quali, nonostante non siano per forza stati dei bestsellers, sono sopravissuti a trend, mode e gusti, arrivando addirittura a influenzare intere generazioni, velatamente e direttamente. Penso al primo disco dei Velvet Underground. A Piper dei Pink Floyd era Barrett. O al primo disco dei Christian Death. Ho aspettato molto prima di scrivere di questo disco. E un motivo c'è. Non ho mai nascosto il mio amore viscerale per la musica di Rozz Williams, e quando mi dissero che stavano lavorando ad un tributo ad Only Theater of Pain (con incluse anche le tracce di Deathwish), rimasi dubbioso. Già ero rimasto parzialmente "scottato" da The Toungue Archieves the Dialect, il tributo mastodontico con alcune riletture ottime in mezzo ad un mare di fuffa. Figurarsi se andavano a "toccarmi" il disco che ritengo tra i 5 più importanti della storia. Per questo ho atteso. Ho ascoltato questo disco a lungo. E ho raggiunto le mie conclusioni. Il lavoro, nonostante il mio scetticismo, è ben fatto. Certo, ci sono alcune reinterpretazioni discutibili, ma altre sono davvero efficaci, soprattutto quelle di Jacquy Bitch e Deadchovsky. Enorme inoltre la rilettura di Stairs ad opera dei Rosa Crux, che hanno realmente fatto loro il brano in maniera eccellente. Di scarsa efficacia invece il pop punk in chiave Misfits all'acqua di rose dei Terrill, che distruggono Desperate hell, o le riletture semi acustiche di Figurative theatre e Spiritual Cramp ad opera di Ainsophaur e De Volanges, troppo distanti dalle versioni originali e con un atmosfera di forzatura che non le fa filare liscie come dovrebbero. In definitiva un prodotto destinato ai fan accaniti dei Christian Death o delle band presenti, meno appetibile forse per gli altri. Non è di certo un masterpiece, ma come già detto alcune cover sono piacevoli, e potrebbero benissimo entrare in una vostra compilation personale per ascolti senza troppe pretese.
Ci sono album che prescindono i generi ed i gusti. Ci sono album i quali, nonostante non siano per forza stati dei bestsellers, sono sopravissuti a trend, mode e gusti, arrivando addirittura a influenzare intere generazioni, velatamente e direttamente. Penso al primo disco dei Velvet Underground. A Piper dei Pink Floyd era Barrett. O al primo disco dei Christian Death. Ho aspettato molto prima di scrivere di questo disco. E un motivo c'è. Non ho mai nascosto il mio amore viscerale per la musica di Rozz Williams, e quando mi dissero che stavano lavorando ad un tributo ad Only Theater of Pain (con incluse anche le tracce di Deathwish), rimasi dubbioso. Già ero rimasto parzialmente "scottato" da The Toungue Archieves the Dialect, il tributo mastodontico con alcune riletture ottime in mezzo ad un mare di fuffa. Figurarsi se andavano a "toccarmi" il disco che ritengo tra i 5 più importanti della storia. Per questo ho atteso. Ho ascoltato questo disco a lungo. E ho raggiunto le mie conclusioni. Il lavoro, nonostante il mio scetticismo, è ben fatto. Certo, ci sono alcune reinterpretazioni discutibili, ma altre sono davvero efficaci, soprattutto quelle di Jacquy Bitch e Deadchovsky. Enorme inoltre la rilettura di Stairs ad opera dei Rosa Crux, che hanno realmente fatto loro il brano in maniera eccellente. Di scarsa efficacia invece il pop punk in chiave Misfits all'acqua di rose dei Terrill, che distruggono Desperate hell, o le riletture semi acustiche di Figurative theatre e Spiritual Cramp ad opera di Ainsophaur e De Volanges, troppo distanti dalle versioni originali e con un atmosfera di forzatura che non le fa filare liscie come dovrebbero. In definitiva un prodotto destinato ai fan accaniti dei Christian Death o delle band presenti, meno appetibile forse per gli altri. Non è di certo un masterpiece, ma come già detto alcune cover sono piacevoli, e potrebbero benissimo entrare in una vostra compilation personale per ascolti senza troppe pretese.